Filosofia dello yoga: maya e l’illusione dell’identificazione con il nostro corpo

Iniziamo ad esplorare la parte più interessante e rivoluzionaria dello yoga: la filosofia e la visione del mondo.

 

Il titolo di questo articolo sembra molto altisonante e lontano dalla nostra società contemporanea. In realtà sia il concetto di maya come velo dell’illusione sia la falsa identificazione con il nostro corpo sono concetti già affrontati nel mondo occidentale: Schopenhauer usò il termine maya per definire la realtà così come la vediamo (ovvero illusoria), film degli ultimi anni come Matrix presentano distopie in cui l’uomo vive in un mondo che è solo illusione.

 

Quindi per quanto distanti possano sembrare se messi nero su bianco, i concetti della filosofia dello yoga appartengono già all’immaginario contemporaneo occidentale.

 

Alla base della filosofia yoga, così come anche per la religione induista, il mondo in cui viviamo, e il nostro corpo stesso, esiste, ma non come unica realtà. Esiste infatti la realtà tangibile (purusha)  e l’assoluto cosmico  prakrti). Primo passo verso il cammino yogico e verso la liberazione è il riconoscimento di questo: ovvero che il mondo così come lo viviamo è solo una parte della nostra esistenza. Finchè ci identifichiamo esclusivamente con il nostro corpo, i nostri pensieri e la vita materiale, continuiamo a vivere nell’ignoranza. Quando invece riusciamo a trascendere questa realtà e cercare la nostra vera essenza acquisiamo anzitutto la capacità di astrarci, non lasciarci trascinare dai nostri sentimenti, emozioni, preoccupazioni, dolori e gioie. Questo stato ci permette di avvicinarci alla nostra anima suprema, atman. Il passo successivo è quello di raggiungere l’unione con l’assoluto per “non rinascere”. Infatti, secondo la visione induista, continuiamo a reincarnarci finché, attraverso il risveglio spirituale, non rompiamo il ciclo della rinascita, arrivando alla liberazione (mokṣa).

 

Questo ovviamente è solo un piccolo accenno all’ampia conoscenza vedica e yogica. Io, personalmente, sono stata facilitata nell’approcciare la filosofia yoga, non avendo mai avuto un imprinting di nessuna religione da bambina. Ciò nonostante, non so da dove avevo preso spunto, ho sempre pensato che ovviamente alla nostra morte sussegue una rinascita ( e per me la rinascita era una cosa positiva! Sarei potuta rinascere come uccellino, chissà!)!  

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