Trovare la calma: la passeggiata riflessiva

Questa passeggiata mi fu proposta per la prima votla dalla mia insegnante Jahnava Sundari, durante il nostro corso di formazione per insegnanti yoga di 200 hr. Una delle prime attività di rifleessione fu questa: “faremo una passeggiata tutti insieme in silenzio. Durante il percorso, vi chiedo di cercare nel vostro cammino dei significati simbolici del percorso della vita”.  E così ho fatto la mia prima camminata riflessiva. E ho scoperto che cercare i significati nascosti lungo il cammino per me era molto facile e molto costruttivo.

Molto spesso, osservando un problema, un momento della vita, un accadimento, lo osserviamo in quanto attori: facciamo parte del nostro oggetto di osservazione. Questo ci porta prima di tutto ad essere poco obiettivi –  ma cosa è poi l’obiettività, chi sa, ammesso che possa esistere – e soprattutto a non riuscire a vedere le cose da un altro punto di vista

Durante la passeggiata riflessiva, vi accorgerete che nel trovare significati simbolici troverete proprio questi punti di vista diversi che vi mancano, perchè non state osservando realmente quel problema, quel momento o quel fatto, ma qualcosa che in qualche modo lo rappresenta.

Vi faccio un piccolo esempio della mia passeggiata riflessiva di oggi: sono uscita a piedi dalla città alla ricerca di campagna. Ho preso una strada stretta in salita che non avevo mai preso e che credevo portasse in un luogo. Quella era la mia aspettativa, ma in realtà la strada portava da tutt’altra parte.

camminata riflessiva

Prima di tutto allora mi è venuto in mente il fatto che a volte si scelgono strade non facili che crediamo di conoscere e che invece si rivelano una sorpresa. Possiamo decidere di accettare e proseguire, accogliendo quello che arriverà, o tornare indietro e trovare la strada che stavamo cercando. E  contestualizzato a posteriori la mia scelta in quel momento, ho potuto osservare che la mia scelta è stata quella di andare avanti, verso l’ignoto.

Un kilometro più avanti circa ho trovato una villa abbandonata, con il cancello sprangato che impediva di entrare nel grande terreno annesso. La prima cosa che ho cercato di fare è stata quella di cercare di sbirciare. Cosa mi dice questo di me stessa? Che sono curiosa, ma anche che a volte posso essere invasiva. Se avessi trovato un passaggio sarei sicuramente entrata in una proprietà privata che non era la mia.

Il posto sembrava abbandonato da almeno una decina di anni e ho provato molta tristezza verso questa cosa. Mi sono detta che a volte ci sono alcune cose che vanno abbandonate, e ci può volere molto tempo prima che quello spazio, quella struttura possa essere rinnovata e possa tornare a nuova vita: complice il fatto che quando abbandoniamo cerchiamo di “dimenticare”,  capita di trovarsi davanti le rovine di quel che abbiamo lasciato tempo addietro.

Questo è solo un piccolo spunto. Ciascuno avrà il suo modo di fare questa passeggiata.

Un consiglio che mi sento di dare a tutti: liberate la mente, non cercate la linearità dei pensieri e lasciateli semplicemente emergere. Non vi fate trascinare però dai pensieri: state facendo una passeggiata riflessiva, non una seduta psicologica. Siete soli con voi stessi, cercate di mantenere la presenza nel momento senza farvi trascinare via dalla tristezza, rabbia, euforia. Se potete, quando arrivate a casa scrivete i pensieri che sono emersi. Potrebbero essere utili in un secondo momento o potrebbero nascere altre rivelazioni. Accogliete quello che emerge con semplicità e leggerezza d’animo!

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