Ciao a tutti, sono io, quella che fa tanto la spirituale presa bene e che poi si chiude in se stessa quando sta male e pensa che non c’è via d’uscita.
Piccole gioie in tempi di depressione post-Covid
Oggi sono tornata presa bene. Perchè?
- Non lo so, semplicemente vedo di nuovo con semplicità e gioia la bellezza che c’è
- Ho scoperto che tante altre persone vaccinate come me hanno sofferto di insonnia e depressione (e perciò mi sento più tranquilla riguardo al fatto di non essere sola).
- I miei amici mi hanno regalato un super mega buono per pagarmi la fisioterapia.
- Ho reso la giornata di una ragazza più felice.
Questo ultimo punto è quello di cui vorrei parlare con voi qua. Inizierò dal principio.
Era un normalissimo lunedì mattina. Dopo aver passato il fine settimana insonne pensando al rientro in ufficio lunedì, mi sono resa conto che era piuttosto facile in fondo sopravvivere al lunedì. A mezzo dì, per la mia ora di libertà (anche detta pausa pranzo), sono andata a Naturasì.
Per la maggior parte delle persone questa è una frase anonima e scevra di significato.
È un po’ come dire “mi sono lavato i denti” oppure “ho preso il caffè”. Bene per me no. Io odio profondamente qualsiasi cosa assomigli ad un supermercato. Odio le luci artificiali, l’organizzazione sugli scaffali che non capisco, le etichette dei prodotti scritti piccoli, la gente intorno, che intenta a guardare i prodotti non si accorge di venirti addosso. Ah, odio anche i rumorini della cassa e in qualche modo anche gli scontrini.
Ora questo “odiare” si potrebbe esprimere con “trovare a disagio”. Non provo nessuna avversione in generale per nessuna delle cose ora ora elencate. Le odio quando a contatto con la mia persona, perchè mi creano un profondo stato di disagio. Ad ogni modo, di fatto ancora non ero entrata a Nautrasì. Ero nel parcheggio davanti, seduta in macchina a raccogliere le forze per affrontare l’immersione da supermercato. Ero nel parcheggio MA NON in un posto del parcheggio. Ero così, appoggiata da una parte dietro un’altra macchina anch’essa fuori dalle strisce.
E qui accade il bello. (Se avevate smesso di leggere perchè ero noiosa riprendete qui).
Una delle macchine parcheggiate come si deve, nel tentare di uscire dal parcheggio, si rende conto di essere “incastrata” dalla macchina parcheggiata impropriamente davanti a me. (In realtà ci passava un camion, ma la tipa sembrava in difficoltà o comunque per niente intenzionata a provare le sue abilità di manovra).
L’autista inizia ad inveire ad alta voce contro chi parcheggia fuori dalle strisce. Così ad alta voce che la sento anche se il mio finestrino è chiuso, perchè fa freddo. Non solo inveisce, ma mi guarda dritto negli occhi nel farlo. Si lamenta di chi parcheggia male, delle ore di libertà e dei lunedì. E io mi immagino che si senta che inveire a me sia come inveire a chi ha parcheggiato proprio come me ma un poco più avanti e le blocca la strada.
Io penso tra me e me in sequenza
“Ok ma io sono in macchina e posso spostarmi perciò che c’entro io con la macchina parcheggiata davanti a me che le blocca il passaggio”, “capisco che è lunedì però un po’ di contegno”, “non mi piacciono le persone che urlano, tantomeno se dalla macchina”. Da qualche parte del mio pensiero sento anche riecheggiare la frase “Ma ci passerebbe un camion!” che mi sono sentita dire milioni di volte.
La tipa, una ragazza un po’ punk-chic con i capelli sfumati di rosa corti, continua ad urlare guardandomi. Nel frattempo, si è fermata in mezzo al parcheggio senza saper andare nè avanti nè indietro. Sono molto tentata di ignorarla, non essendo la causa diretta del suo malessere. Ma poi agisco senza pensare.
Scendo dalla macchina. “Hai bisogno di una mano?” Le chiedo
Lei inveisce un altro po’ contro chi parcheggia male in pausa pranzo e non rispetta la sacralità dei lunedì difficili e però accetta l’aiuto. Facciamo manovra. Esce dal parcheggio con 3 manovre.
È molto felice adesso. Mi guarda negli occhi. “Ti ringrazio, sei un angelo, hai illuminato il mio lunedì” e se ne va con la sua bella macchina pulita e nuova.
Io ho tutta la forza di entrare a Naturasì. Ma prima prendo il suo posto e parcheggio senza ostruire passaggi.