Dolore cronico: quell’ospite inatteso
In questi giorni non riesco a non pensarci. Al fianco e al braccio destro sento un dolore muscolare che non se ne va. Non è il dolore di quando hai sforzato i muscoli e neanche quello di quando hai preso una botta. E’ come se il muscolo non si riuscisse a rilassare e si lamentasse tutto il tempo.
La cosa difficile è che non passa con i massaggini, né con la pratica. Se ne va quando vuole lui, o forse chissà, quando si calma la mente. In dei momenti è così esasperante che tutto quello che vorresti è solo perdere la sensibilità dell’arto completamente.
Se ne parla poco. Neanche il fatto che una delle cantanti pop del momento, Lady Gaga, ne soffra è servito a molto. E’ stata data la notizia del concerto cancellato, della sua diagnosi difficile e poco più.
Eppure per chi lo vive ogni giorno il dolore cronico influenza tutte le giornate. Vivere nel dolore richiede un alto grado di accettazione e tanta pazienza. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha riconosciuto il dolore cronico come uno dei maggiori problemi mondiali di salute pubblica. ln Italia, il mal di schiena sembra essere al primo posto tra i dolori cronici, seguito da cefalea acuta ed emicrania.
Ma se il dolore cronico è così difficile da gestire, come conciliarlo con la pratica yoga, che richiede presenza e consapevolezza costante?
Soprattutto nella fase di meditazione, il dolore è un ostacolo grande da superare. Rimanere fermi in una posizione può essere fastidioso, se non doloroso. Per questo è importante adattare alle proprie necessità anche questa pratica: piccoli movimenti, respirazione profonda e qualsiasi cosa ci aiuti a stare a nostro agio. Trovare quel silenzio interiore che tanti cercano non è facile, ma è un alleato formidabile nell’accettazione e nel superamento del dolore.
Pratyahara: il distacco
Per la meditazione, secondo gli otto rami dello yoga, non basta controllare il respiro, trovare concentrazione e stare seduti nella posizione del loto. Per meditare veramente, è necessario trovare il distacco con i propri sensi. Per quanto assurda può sembrare questa frase la prima volta che la sentite, comincerà ad avere più senso via via che ci pensate.
Viviamo la nostra vita, fatta di dolori e felicità, difficoltà economiche e lavorative, successi scanditi dal denaro e dalla carriera, come se fossimo in una full immersion.
Tutto ciò che ci accade lo viviamo come protagonisti, come se ogni evento fosse estremamente importante e rilevante per la nostra felicità. Ma tutti noi sappiamo che la felicità non risiede soltanto nel nostro lavoro, in quanti soldi facciamo e quanto stanno bene le persone attorno a noi. Esistono momenti di up e momenti di down nella vita di tutti noi. Quanto è più facile vivere questa alternanza se riusciamo a tirarci un po’ fuori dalle nostre vite e guardarle come se fossimo spettatori? Gioia e dolore vissuti in maniera consapevole hanno tutto un altro gusto!
Nell’accettazione del dolore il ritiro dei sensi calza a pennello!
Io non sono il mio dolore è il nostro mantra! E via allora di respiri profondi! Vediamo se riusciamo davvero a convivere con questo ospite inatteso nel modo più gioioso possibile!