Arrivo a Sydney
Sono arrivata da qualche giorno a Sydney. Il tragitto dall’aeroporto a casa è stato già interessante: ho preso il treno sbagliato, ma fortunatamente dei ragazzi mi hanno aiutato a capire quale dovevo prendere, sono scesa in una piccola stazione di periferia e aspettato un altro treno. I treni qui ovviamente sono nuovi, puliti e colorati. Alle stazioni ci sono fontanelle di acqua potabile e bagni, anche in quella piccolina. Gli australiani sembrano avere un accento forte, ma sono molto carini. Sono arrivata nel quartiere di periferia dove la mia amica vive. Sono tutte casette singole (alcune vere e proprie villette) con giardino (e alcune con piscine). La cosa che si nota subito è il verde. Il verde è brillante, è ovunque ed è espanso. Gli alberi, anche quelli dei giardini privati, sono enormi, tanto che si notano prima gli alberi delle case.
La casa dove vive Yvonne è su due piani. La padrona di casa, che vive al piano terra sola, viveva qua con suo marito (adesso ex-marito) e i suoi tre figli (adesso grandi) e non sa di cosa farsene di una casa di due piani. La casa è molto carina, con gli infissi principalmente in legno e la moquette in terra. Nel retro c’è un giardino piuttosto grande e ben ombreggiato. La cosa buffa è che la casa sembra venir fuori da qualche libro inglese tipo “il giardino nascosto”. Ha questa aria di vecchio e lasciato andare, di chi ormai non ha più motivazione a mantener il posto carino. Le finestre sono piene di ragnatele e così i terrazzini esterni. La mia camera è al primo piano, insieme a yvonne e tom. C’è pure un bagno, un salottino e altre due stanze al primo piano. E ben due terrazze. Da entrambe, si vede il mare, o il fiume, non ho capito bene.
Praticamente Sydney è costruita sull’estuario di un fiume, che però in dei punti è largo come il Bosforo, e perciò per me è difficile considerarlo solo un fiume. Ci sono diverse linee di traghetti che risalgono il fiume e collegano le periferie ad ovest con il centro della città, che è vicino alla fine dell’estuario e quindi a Est. Le rive del suddetto fiume sono pacifiche! Ho già preso l’abitudine di scendere ogni mattina fino all’acqua – giusto 5 minuti a piedi – e fare una passeggiata seguendo la riva. Ci sono giardini pubblici ben forniti di bagni, fontanelle e stazioni per fare ginnastica all’aperto: una sorta di macchinari da palestra ma meno adattabili e più resistenti. A qualsiasi ora del giorno, le rive del fiume sono affollate da chi fa jogging, chi porta il cane fuori, chi fa ginnastica, chi porta i bambini fuori o semplicemente fa una passeggiata. Ho visto diverse signore indiane, diversi anziani asiatici e sentito anche diversi italo-americani in giro. È un quartiere molto internazionale!
I bambini dell’Yvonne sono fantastici! Entrambi con gli occhi azzurri, la pelle chiara e i capelli leggermente tendenti al rossiccio, ma totalmente diversi nei lineamenti e anche nella voce, per non parlare della statura. Adam è paffutello e indossa già le tutine da un anno pur avendone 4, Alex invece è piccola piccola, con i lineamenti delicati che si addicono ad una bimba nordica. Si vede già negli occhi la luce di una persona determinata. La loro voce è anche molto diversa! Incredibile come, pur se cresciuti nello stesso ventre, mostrano già dei tratti così diversi tra loro!
La temperatura per adesso è gradevole. Una primavera calda o un’estate fresca. Soffia spesso il vento, e la notte i possum – una sorta di orsacchiotti con la coda lunga – si arrampicano sui rami che si muovono con il vento. Escono solo di notte e poi di giorni si nascondono chissà dove, ad aspettare il tramonto!