Hell yes!
Scusatemi per l’anglicismo. Questa espressione si traduce qualcosa tipo “Assolutamente si”.
Ok, lo ripeto tutto d’un fiato che ci tengo particolarmente.
Posso fare lo yoga in sedia a rotelle?
Assolutamente si!
Bene, l’ho detto.
Al contrario di quanto possa trasmettere l’idea mediatica dello yoga, esso non ha niente a che vedere con la vostra situazione fisica e la vostra abilità o meno di praticare in piedi.
Al contrario. Lo yoga nasce all’interno di una tradizione assai antica: quella vedica, nell’antica India. Si potrebbero dire tante cose ma vedrò di scriverne a riguardo altrove altrimenti questo articolo non finisce più.
Il messaggio principale è che lo yoga, nella sua accezione originale, non significa affatto pratica fisico-ginnica.
Lo yoga è un’insieme di pratiche e una condotta di vita che aspirava a portare l’individuo ad un chiaro percorso spirituale verso il divino e fuori dal ciclo della rinascita (reincarnazione).
Oggigiorno, ne parliamo come se volesse solo dire stendere un tappetino e mettersi a testa in giù.
Ebbene no!
Guardate un po’ dei miei suggerimenti di posizioni di yoga accessibili per farvi un’idea di quanti modi possibili esistono per fare le posizioni dello yoga.
Lo yoga in sedia a rotelle, lo yoga con la sedia e lo yoga al muro
Ovviamente, per imparare a fare una pratica adattata, può essere una buona idea farvi seguire da qualcuno di esperto per darvi un po’ di dritte all’inizio. Se volete, io sarò più che lieta di farlo.
Ho studiato con Cintamani Yoga in Italia prima e con Accessible Yoga negli Stati Uniti e Accessible Chair Yoga in Inghilterra poi in maniera tale da formarmi a dovere per poter adattare la pratica di yoga fisica adatta a tutti.
Insegno pratiche di yoga in sedia a rotelle, yoga su e con la sedia, yoga al muro e yoga da distesi.
Lo yoga in sedia a rotelle ha lo sconveniente di non permettere molta mobilità laterale, ma niente toglie al fatto che si può fare tante altre cose.
Esercizi per sciogliere e rafforzare le braccia, le gambe, i polsi, le caviglie e tutte le articolazioni si possono fare comodamente seduti sulla nostra carrozzina.
Cosa rende questa pratica “yogica” direte voi?
- anzitutto il lavoro sul respiro
Nello yoga, non ci si muove e basta, né si rimane nelle posizioni pensando ad altro. Nello yoga, coordiniamo il movimento con il respiro e rimaniamo nelle posizioni ascoltando il respiro e mantenendo presenza in tutto il corpo…e credetemi, fa molta differenza.
In tanti esercizi fisici, il respiro non è che qualcosa che viene lasciato all’automaticità del corpo. Così ci ritroviamo subito con il fiato corto e l’energia a terra.
Lavorando sul respiro invece finiremo la pratica sentendoci rilassati, presenti e consapevoli della nostra forza (qualsiasi essa sia).
Lo yoga su e con la sedia può essere un’ottima via di mezzo se avete della mobilità, ma si sente fatica nel mantenere l’equilibrio o tenersi per troppo tempo sulle gambe. Questo tipo di pratica permette praticamente di fare tutte le posizioni nella loro versione più instagrammata.
Lo yoga al muro è adatto quando lo stare in piedi non è difficoltoso e semplicemente si gradisce un sostegno durante la transizione tra le posizioni o per mantenerle.
Lo yoga come benessere
Come menzionato all’inizio, anzitutto però lo yoga non è solo pratica fisica.
Lo yoga porta benessere a tutto tondo: benessere fisico, mentale e spirituale.
Lo yoga e il respiro
Nello yoga c’è tanto lavoro sul respiro, che non solo ci tiene presenti nel nostro corpo ma costituisce uno dei nutrimenti del nostro corpo. L’aria che respiriamo ci serve letteralmente a mantenere in vita il nostro corpo.
Esplorando l’espansione del respiro e permettendoci di respirare profondamente, accudiamo il nostro corpo e ossigeniamo il sangue. Non solo: attiviamo il sistema nervoso para simpatico che permette rilassamento profondo e combatte lo stress (che come sappiamo, soprattutto nella sclerosi multipla, è un vero e proprio nemico)
Lo yoga e la meditazione
O meglio: lo yoga è meditazione.
Nelle parole del più famoso saggista dello yoga:
Lo yoga è il cessare delle fluttazioni della mente.
“yoga citta vrtti nirodhah” (y.s.I-2, Patanjali)
Cosa vuol dire questa frase? Siamo abituati a tenere la mente accesa tipo la televisione di sottofondo. Qualsiasi cosa passa non cambiamo canale. Forse non ascoltiamo attentamente, ma persiste il rumore in sottofondo.
O a volte ascoltiamo e ci immergiamo nei canali televisivi come se ci fossimo dentro.
La stessa cosa la mente fa con i pensieri. Se non ci portiamo un po’ di attenzione, la mente continua a macinarne uno dopo l’altro.
Ciò che devo fare oggi, ciò che devo fare domani, ciò che non ho fatto ieri. Ciò che deve fare mia figlia (oggi domani e ieri), ciò che dovrebbe fare il mio capo.
Pensateci un attimo (così per aggiungere un altro pensiero!). Quanto traffico c’è nella vostra testa?
La meditazione ci aiuta proprio a fermare questo traffico e riportarci al nostro volante (che potrebbe essere il respiro). Ritornare a ciò che stiamo facendo, dove stiamo andando e con quale intenzione. Niente di più e niente di meno.
Vi pare poco?
Beh, credetemi, meditare si può assolutamente anche in sedia a rotelle!
Molto ben esposto, chiaro e accessibile ad ogni livello di comprensione.
Brava Isa 💜
Bel articolo, scritto ben comprensibile con un linguaggio simpatico e coinvolgente. Un tema che viene affrontato troppo poco nel mondo dello yoga. Brava, puoi fare tanta strada…