Viaggiare da soli
Viaggiare da soli è un’esperienza che non si dimentica. Sono in viaggio da circa quattro mesi, ma non sono stata sempre sola per la verità. Sono stata un mese con la mia amica Yvonne in Australia e due settimane dalla mia amica Ruby in Nuova Zelanda (anche se lavorava perciò alla fine ero spesso da sola). Il resto del tempo, ho incontrato altri viaggiatori, fatto volontariato in mezzo a tanti altri volontari, e viaggiato in solitaria. L’esperienza più intensa per adesso di viaggio in solitaria è il viaggio “on the road” in solitaria: ore e ore in macchina in paesaggi sconosciuti, su strade sconosciute, senza nessuno a cui affidarsi se non a te stessa (per non parlare del fatto che il mio viaggio on the road si sta svolgendo in Nuova Zelanda, perciò con guida alla sinistra). Non solo: si sa, guidando ogni tanto la mente si distrae e trova il tempo per girare attorno ai pensieri, trova idee in ogni angolo e cerca soluzioni a problemi. Durante quelle ore – in particolare sulle strade dritte- fai veramente i conti con te stessa, senza nessuno con cui parlare e senza niente da fare se non guardare lo splendore che c’è attorno a te e prestare attenzione alla guida.
Viaggiare da soli è pericoloso?
In tanti mi dicono che loro non potrebbero mai viaggiare da soli. Soprattutto, in tante mi dicono che non viaggerebbero mai da sole. È senza dubbio vero che viaggiare da sole non sia facile. Devi anzitutto stare attenta a chi ti approccia e cercare di non ritrovarti in angoli bui da sola di notte (ma anche se sei un uomo dopotutto, a meno che non sei piazzato bene e sei sicuro di saperti difendere). E poi dipende dove viaggi. Ecco un viaggio in India da sola non lo suggerirei a tutti. Io l’ho fatto e non è stato semplice. Non perché fossi donna in realtà, ma perché in India tutto è così diverso e così forte che è meglio avere un compagno di viaggio accanto con cui condividere le proprie esperienze. L’unica cosa importante in quanto donna è di vestirsi in maniera piuttosto pudica, e possibilmente secondo i costumi locali (non con il sari, ma basta un kurta, quella sorta di camicia lunga). Se fate caso inoltre le donne indiane – a parte nelle città – non mostrano le gambe nude.
Viaggiare da soli: consigli pratici
Qua in Nuova Zelanda (e in Australia) proprio mentre ero in viaggio sono uscite diverse notizie di ragazze backpackers scomparse. Con questo, essendo un paese di cultura “occidentale” viaggiare qua da sole è piuttosto facile e comune.
In realtà il pericolo è solo quello di perdersi in se stessi o perdersi negli altri – soprattutto se fate uso di ostelli come me. Viaggiando si incontrano tante persone ed è facile ritrovarsi a spendere del tempo a fare delle cose simili a quelle che fate di solito: giocare a carte, andare a prendere una birra, cucinare insieme. Certamente questo è molto bello, ma è anche bello cogliere l’occasione per essere soli con se stessi a volte. O almeno, io ho trovato utile isolarmi un po’ negli ostelli – anche perchè il chiasso dei ventenni mi spaventa un po’ a dire il vero.
Il viaggio in solitaria come cura
Se avete bisogno di superare un qualche momento difficile, oppure prendere decisioni importanti, o pensare, viaggiare da soli può essere un trattamento intensivo decostituente e ricostituente.
Nel viaggio in solitaria avete tutto il tempo di decostruire completamente tutto quello che siete normalmente, non essendo circondati dalle cose di sempre. Dopotutto, siamo anche la nostra storia e quello che ci siamo costruiti attorno: come gli altri ci vedono, come siamo abituati a presentarci agli altri, quello che siamo abituati a fare. Del tutto sradicati dal proprio ambiente, siete liberi di reinventarvi completamente se volete. Potete provare ad essere timidi – o estroversi a seconda di cosa siete abituati – riservati, coraggiosi. Potete decostruire la vostra personalità temporaneamente e osservarla. E così potete fare con i pensieri. Con tutto il tempo che avrete a disposizione per pensare sempre alle stesse cose finirete per trovare modi diversi di approcciarvi alle cose e nuove prospettive. Ma sopratutto, alla fine non avrete più niente di nuovo a cui pensare!!
La meditazione in viaggio
Tutto questo ovviamente se non cercate di rimpinzare ogni momento di vuoto o di silenzio con qualcosa: musica, libri, telefonate. Occorre essere in ascolto e in osservazione di se stessi. Ovviamente per fare tutto questo in serenità e non farsi affliggere, è importante mantenere un atteggiamento positivo! Un consiglio che vi do è quello di meditare ogni giorno anche se siete in viaggio ed appuntarvi i vostri sogni (sia mai che emerga qualche spunto interessante!). Non è difficile, basta trovare un qualsiasi angolo tranquillo per dieci minuti al giorno! Il bello di meditare viaggiando è che si cambia posto spesso: dalla spiaggia, all’autobus, alla montagna, ad un ostello, ad un tavolino nel bosco. Trovate il vostro angolino, meglio se a contatto con la natura!!
Molto interessante ciò che scrivi.
Come sai, non ho fatto dei veri e propri viaggi da sola, giusto qualche spostamento…tipo il viaggio di ritorno in treno da Amsterdam, un altro spostamento in treno e in traghetto in sardegna, il ritorno da Edimburgo., quando venni con te in Scozia e poco altro. Però, seppure solo per una giornata, ho percepito proprio ciò che dici te: una relazione diversa con se stesse.
Questo può accadere anche in altri modi, con la meditazione, il lavoro di introspezione…e…con l’età! Ah ah!
Però il viaggio da sola mi manca..chissà…